I figli non si “perdono” per strada, ma a casa

Di - Redazione - 7 Dicembre 2018 in Psicologia

I figli non si “perdono” per strada. Questa perdita comincia proprio tra le mura domestiche, con un papà assente, una mamma troppo occupata, un accumulo di bisogni non soddisfatti e frustrazioni non gestite. Un adolescente si allontana dopo un’infanzia di distacco e un amore che non è mai riuscito ad educare, orientare e aiutare.

Ciò che accade ogni giorno a casa segna irrimediabilmente il comportamento del bambino all’esterno. Può sembrare strano, ma un genitore non sempre finisce con l’accettare questo tipo di responsabilità. Quante volte succede che, dopo un richiamo a scuola per una cattiva condotta, i genitori diano la colpa al maestro, al sistema scolastico o ad altri bambini?

Sebbene sia vero che ad incidere sull’educazione del bambino siano tutti agenti attivi (scuola, mezzi di comunicazione, organizzazioni sociali), è la famiglia a far germinare nel cervello infantile il concetto di rispetto, autostima ed empatia.

Già qualche secolo fa era stata individuata la causa del cattivo comportamento adolescenziale nell’inizio della società basata sulla competitività, sulle crisi finanziarie, sui test standardizzati e sul poco tempo dedicato ai figli dai genitori nell’incentivare la curiosità infantile.

Quando un genitore sminuisce, boicotta e rinnega il lavoro di un professionista, che sia un maestro o uno psicologo, apre la strada alla “perdita” del bambino. L’adolescente si sentirà ancora più in diritto di sfidare la società, e cercare nella strada ciò che non trova a casa.

Ci sono bambini difficili che hanno imparato ad agire come veri e propri tiranni, e adolescenti incapaci di assumere responsabilità e che amano sorvolare le regole, in alcuni casi avvicinandosi anche alla delinquenza. Tutti noi siamo a conoscenza di casi simili, ma bisogna capire che non è un qualcosa di nuovo.

Quando un maestro chiama un genitore per avvisarlo della cattiva condotta di un bambino, ciò che sente la famiglia è che l’amore per i propri figli viene messo in discussione: nulla di più falso. Succede, però, che l’affetto e l’amore sincero per i figli si proietta in modo sbagliato.

Voler bene a un figlio non significa soddisfarne tutti i capricci. L’educazione di qualità si basa sulle emozioni e lascia spazio alla pazienza.

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